CRONACA

CRONACA NERA.

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  1. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    IN QUESTA SEZIONE METTERO TUTTI FATTI DI CRONACA NERA..CI SARA' MOLTO DA LAVORARE PERCHE' PURTROPPO SE NE SENTONO DI FATTI VERAMENTE RACCAPRICCIANTI,COME TUTTE LE SEZIONI UN GIORNO SI E UNO NO METTERO DUE NOTIZIE DI CRONACA NERA :)
     
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  2. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    Svolta nelle indagini per la morte di Simona Riso, la ragazza di 28 anni, trovata agonizzante nel cortile di casa sua a Roma mercoledì mattina e deceduta poche ore dopo in ospedale per i numerosi traumi riportati. La procura indaga ora per omicidio volontario: i risultati dell'autopsia hanno evidenziato infatti che la giovane sarebbe stata colpita a calci e pugni.Esclusa quindi l'ipotesi della caduta accidentale o del tentato suicidio, come in un primo momento ipotizzato dagli inquirenti, dato che la ragazza aveva sofferto in passato di anoressia e depressione.

    Esclusa la violenza sessuale - Esclusa invece dai risultati dell'autopsia che la giovane abbia subito uno stupro, come da lei riferito ai medici che la hanno soccorsa. Secondo quanto emerso dall'autopsia la morte è dovuta a un trauma che ha compresso le costole e i polmoni e ha provocato una crisi respiratoria. Nel corso dell'esame autoptico sono anche emerse una frattura del bacino e qualche altra escoriazione.

    Trovata mercoledì mattina agonizzante - La giovane è stata vista da una vicina la mattina del 31 ottobre scorso, intorno alle 7, a terra sofferente nel cortile condominiale. La donna ha chiamato il 118 e i carabinieri e la ragazza è stata trasportata al San Giovanni dove è morta intorno alle 10. La mattina presto aveva parlato al telefono con i familiari. E i genitori sono convinti che Simona sia stata vittima di un'aggressione. I carabinieri hanno acquisito le immagini di alcune telecamere.

    La cugina: "L'hanno uccisa, serve giustizia" - "Non cerchiamo vendette. Ciò che vogliamo è soltanto giustizia per la morte di Simona, che non si è suicidata ma è stata uccisa". E' uno dei passaggi più significativi della lettera che una cugina della 28enne ha letto nel corso dei funerali di Simona Riso a San Calogero. Il parroco, don Antonio Farina, nell'omelia, non ha affrontato il tema delle cause della morte della giovane, esortando i familiari della ragazza a rifugiarsi nella fede per superare il loro dolore. "Invito soprattutto voi a farvi forza", ha detto il sacerdote, rivolgendosi, in particolare, ai genitori, Antonio e Caterina, ed ai tre fratelli di Simona Riso.

    Il fratello: "Forse uccisa da un conoscente" - "Mia sorella è stata uccisa e tra le piste c'è anche quella dell'omicidio da parte di un conoscente, quindi una persona con la quale Simona aveva avuto dei contatti". Lo ha detto Nicola Riso, fratello di Simona. "Alle 4.30 mia sorella ha sentito al telefono la madre dalla Calabria", ha aggiunto. "Poi c'è un buco di due ore. In ogni caso non può essersi trattato di suicidio perché il corpo di mia sorella è stato trovato con jeans e maglietta e le chiavi con sé, quindi Simona era uscita da casa. Probabilmente è stata uccisa altrove e qualcuno l'ha portata nel posto dove poi è stata trovata".

    Al vaglio del pm anche cartella clinica - Al vaglio del pm Attilio Pisani, titolare dell'inchiesta sulla morte di Simona Riso, c'è anche la cartella clinica acquisita presso il San Giovanni e tra gli aspetti che la famiglia solleciterà di approfondire c'è quello di verificare se nel pronto soccorso dell'ospedale siano state adottate tutte le misure idonee per evitare il decesso della ragazza.
     
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  3. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    Il corpo di una neonata, ancora con il cordone ombelicale e ricoperta di alghe, è stato trovato sulla spiaggia di Campolongo ad Eboli, nel Salernitano. A dare l'allarme un uomo che passeggiava sulla battigia. I carabinieri hanno effettuato i primi rilievi e avviato le indagini. Per il pm il cadavere potrebbe essere stato abbandonato sul posto dalla madre, subito dopo il parto, o trasportato lì dalle correnti marine o dalle acque del fiume Sele.Il cadavere, portato all'obitorio di Eboli, è apparso in uno stato che farebbe presumere che il corpo sia stato in acqua per alcuni giorni. Sarà comunque l'esame autoptico disposto dal magistrato di turno a fare luce sulle cause e sui tempi del decesso.

    La neonata potrebbe, dalla carnagione, non essere di nazionalità italiana. La zona dove è stato ritrovato il corpicino senza vita è frequentata da prostitute.
     
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  4. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    Sapeva tutto, la mamma, dei giri di prostituzione della figlia. E non era per niente preoccupata, anzi. Quello che le premeva era che la ragazzina "lavorasse" il più possibile per portarle i soldi che le servivano per spettacoli e altre spese voluttuarie. E' la sconcertante realtà che emerge dalle conversazioni intercettate sul telefono della "baby squillo" più giovane coinvolta nel giro di prostituzione ai Parioli, a Roma.La mamma chiede alla figlia di lavorare "perché io sto a corto, dobbiamo recupera'", come riporta il "Corriere della Sera". E a nulla valgono i tentativi di giustificarsi della ragazzina: "Sto male e già ho detto". La donna insiste e lei: "Mo' vedo che posso fà. Comunque pure se, eh... comincio tardi... cioè oggi ma veramente sto male... domani dopo scuola si vede, dai". E ancora, si sente la mamma chiedere alla ragazzina di andrare a ritirare il biglietto per uno spettacolo. La sua preoccupazione non è per la figlia che non ha tempo di studiare, per le ore "rubate" dallo studio ai clienti.

    "Mi ha chiamato la professoressa di latino. Voleva sapere perché non stai andando. Gli ho detto che non si sente bene. Mi ha detto: pensa che domani verrà a scuola? Cosa hai intenzione di fare? Dimmelo perché se no... ci prendiamo in giro. Andiamo dagli insegnanti e glielo diciamo". E la figlia: "Ma io voglio andarci a scuola. E' che non ci ho tempo per fare i compiti".

    E quando la ragazzina dice che dopo i compiti è stanca per andare da Mimmi (uno degli sfruttatori che metteva a disposizione l'appartamento), la signora replica così: "Allora devi fare una scelta: puoi alternare i giorni. Qui una soluzione bisogna trovarla, se no ti ritiro". E la figlia: "Non mi puoi ritirare mamma non ci ho 16 anni. Ci voglio andare".

    Ma la mamma non si perde d'animo e invita la ragazzina a "organizzarsi" meglio: "E allora fai una cosa scusami... Allora c'è la possibilità di stare a scuola, studiare due ore così stati già là...".

    La donna è stata arrestata e con lei altre quattro persone. Una di queste, Michael Mario De Quattro, commerciante, è accusato di aver prodotto materiale pedopornografico per aver filmato rapporti sessuali con una delle due ragazzine ricattandola e chiedendole 1.500 euro per non rendere pubblico il video. Lui nega e dice che non spaveva che fosse minorenne la ragazza con cui aveva avuto rapporti sessuali".

    Nell'indagine spunta però la pista della pedofilia. Venti i clienti identificati e indagati, diversi i computer sequestrati. Si sospetta che le ragazizne siano state sfruttate anche per filmini pornografici.
     
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  5. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    Una ragazzina di 12 anni ha tentato il suicidio lanciandosi dalla finestra della propria abitazione a Trezzano sul Naviglio (Milano). Dietro il drammatico gesto pare che ci fossero delle offese ricevute a scuola: tra queste anche frasi come "sei una cicciona". Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Corsico.La 12enne ha lasciato un messaggio nella propria cameretta per spiegare i motivi del gesto: "Non ce la faccio più", avrebbe scritto tra le altre cose per giustificare una situazione di continui sfottò derivanti dall'accanimento di alcuni suoi compagni (ma non solo, anche di alcuni suoi amici personali) per via del suo carattere introverso, del fatto che fosse in sovrappeso e anche sui suoi scarsi risultati scolastici.

    Prese in giro che nelle ultime settimane, probabilmente per caso, si erano verificate molto spesso, quasi di continuo, tanto da indurre, evidentemente, la ragazzina in una crisi profonda. La 12enne si è lanciata dal secondo piano del palazzo dove abita con i genitori. Trasportata d'urgenza in ospedale, sarebbe fuori pericolo.
     
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  6. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    E' stata trovata morta Francesca Tarca, la mamma di una bimba di 3 anni di Mello (Sondrio) che risultava scomparsa dal 28 ottobre. Il cadavere è stato rinvenuto nelle acque del lago di Como, davanti a Gravedona. Sul corpo non ci sarebbero segni di violenza. La donna si sarebbe tolta la vita dopo aver affidato la figlia ai nonni: "Vado a Lecco a fare shopping con un'amica" aveva detto prima di salire, da sola, sulla sua automobile.La notizia del ritrovamento è stata confermata dai carabinieri anche se non c'è ancora stato il riconoscimento ufficiale da parte del marito. Secondo gli inquirenti non dovrebbero esserci dubbi che si tratta di suicidio: Francesca Tarca non aveva infatti alcun appuntamento con un'amica e, come ha svelato un investigatore dei carabinieri, "non ci sono segni di percosse o violenze sul cadavere".

    Il cadavere è affiorato a 30 metri di distanza dal luogo in cui era stata parcheggiata l'auto. A lanciare l'allarme una negoziante del luogo: "Mi sembra la signora scomparsa, stessi abiti, stessa corporatura. Affiora dal lago. Venite subito" ha detto alle forze dell'ordine.

    Sarà l'autopsia a chiarire le cause del decesso. Non essendo stati trovati segni che possano far pensare a una colluttazione, tuttavia, gli inquirenti sembrano certi si sia tolta la vita. Da qualche tempo Francesca Tarca e il marito, Alessandro Secchi, artigiano, erano in crisi. Come ha raccontato l'uomo ai carabinieri, alla vigilia della scomparsa la donna aveva manifestato la possibilità di una separazione, dopo 5 anni di matrimonio.

    "Tutto può facilmente essere superato - ripeteva Secchi che, nei giorni scorsi, non ha mai smesso di cercarla, con amici e parenti, nei boschi e lungo i paesi del Lario - L'importante è che torni, c'è anche la sua adorata bimba che l'aspetta". Giovedì pomeriggio la tragica notizia del ritrovamento del corpo senza vita di sua moglie.
     
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  7. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    "Berlusconi, regista del bunga bunga, sapeva - si legge nelle motivazioni della sentenza - che Ruby era minorenne". Per questo pagò testimoni e fece pressioni sulla Questura, parlando di un "incidente diplomatico"

    17:37 - E' "provato che l'imputato abbia compiuto atti sessuali con Ruby in cambio di ingenti somme di denaro e altre utilità, quali gioielli". Lo scrivono i giudici di Milano nelle motivazioni della sentenza del processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi, condannato a 7 anni. Il tribunale ha ritenuto che la "valutazione unitaria del materiale probatorio illustrato evidenzi lo stabile inserimento" di Ruby "nel collaudato sistema prostitutivo di Arcore"."Berlusconi regista del bunga bunga" - "Risulta provato che il regista delle esibizioni sessuali delle giovani donne fosse proprio Berlusconi, il quale dava via al cosiddetto bunga bunga in cui le ospiti di sesso femminile si attivavano per soddisfare i decidere dell'imputato", scrivono poi i giudici.

    "Sapeva che era minorenne" - "Proprio la cronologia degli accadimenti oggetto del presente processo ed il chiaro contenuto dei dialoghi captati convergono nel fornire la prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, della consapevolezza dell'imputato della minore età" di Ruby, si legge ancora nelle motivazioni.

    "Testimoni pagati" - Silvio Berlusconi ha una "capacità a delinquere consistita nell'attività sistematica di inquinamento probatorio a partire dal 6 ottobre 2010 attuata anche corrispondendo a Ruby e ad alcune testimoni ingenti somme di denaro".

    "Pressioni sulla Questura" - Per i giudici, il Cavalieri si servì della sua funzione pubblica per interessi privati. "Quando era premier e telefonò al capo di gabinetto della Questura, Pietro Ostuni, per chiedere la liberazione di Ruby, non ha esitato ad asservire la pubblica funzione ad un interesse del tutto privato ossia il complessivo funzionamento di un sistema prostitutivo". Per la Corte, Ostuni "ha aderito alla richiesta avanzata dall'imputato, al solo fine di scongiurare il potenziale pericolo di subire pregiudizi in ambito lavorativo, nel caso non avesse adempiuto alla pretesa di Berlusconi". La telefonata in Questura nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 per ottenere il 'rilascio' di Ruby va "correttamente qualificata come concussione per costrizione".

    Parlando poi del reato di concussione, ossia delle pressioni di Berlusconi per la liberazione di Ruby, i giudici di Milano sottolineano "la sproporzione tra l'intensità e la costrizione, proveniente dalla seconda carica istituzionale dello Stato, rispetto allo scopo avuto di mira, nel caso di specie il rilascio di una prostituta di 17 anni".

    "Parlò falsamente di un incidente diplomatico" - Berlusconi ha adombrato "falsamente un possibile incidente diplomatico" in relazione al suo intervento per far rilasciare Ruby, causando una "pregnante compromissione del bene giuridico tutelato dalla concussione e individuato nell'esigenza di assicurare il buon andamento, il decoro e l'imparzialità della pubblica amministrazione e il corretto funzionamento delle istituzioni". Berlusconi ha sempre negato le accuse, e ha definito le serate nella sua villa "cene eleganti" citando diversi testimoni, e ha sempre dichiarato di aver aiutato economicamente Ruby solo per favorire la sua uscita da un momento di difficoltà.

    "Ruby mentì per interessi patrimoniali" - Ruby "ha mostrato di avere degli interessi personali di ordine patrimoniale a mentire" anche sul fatto di avere compiuto atti sessuali a pagamento con Silvio Berlusconi, quando era minorenne. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza. Le dichiarazioni della giovane marocchina, secondo i giudici, "non sono assistite da alcuna presunzione di credibilità, soprattutto quando (...) abbia reso diverse versioni nel tempo in contrasto tra loro".

    Legali Berlusconi: "Sentenza surreale" - "Una sentenza surreale, in totale contrasto con gli elementi probatori, con la logica, con i fondamentali principi di diritto e con la giurisprudenza della Corte di Cassazione". E' quanto dichiarano Piero Longo e Niccolò Ghedini, legali di Berlusconi. "Ruby ha sempre negato fin dal primo momento qualsiasi atto sessuale con il presidente Berlusconi e qualsiasi dazione di denaro a ciò rivolta. La teste ha sempre ribadito che era inconsapevole, comunque, della sua minore età", spiegano gli avvocati. "La condanna ad un cittadino a sette anni di reclusione in un processo dove tutte le asserite persone offese ne attestano l'innocenza, compresi i funzionari di Ps, è davvero un fatto che poteva accadere - sottolineano - soltanto a Berlusconi".

    "Condanna non sarà confermata" - "Anche con tutta la migliore volontà accusatoria non sarà possibile confermare questa sentenza nei gradi successivi di giudizio", concludono i due avvocati.
     
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  8. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    "Non ho mai fatto cene e festini in maschera, come è avvenuto altrove. Non ne avrei avuto il tempo e non è assolutamente nella mia indole di uomo e padre di famiglia". Lo scrive il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, in una lettera inviata ai giornali. Ma a incastrare il governatore nell'inchiesta su "rimborsopoli", ci sarebbero i tabulati telefonici."Mi contestano spese per 800 euro al mese per tre anni, ma io sono un presidente leale", scrive Cota. Gli investigatori, in realtà, hanno i tabulati che smentiscono quanto affermato dal governatore. "Non mi trovavo in quel posto in quel giorno", ripete Cota a chi gli contesta gli scontrini battuti in autogrill. Le sue telefonate, invece, come riporta La Repubblica, sembrano dimostrare il contrario.

    Un database con numeri e chiamate - La Procura ha in mano, infatti, un database con tutte le telefonate fatte e ricevute dai consiglieri indagati, e le relative "celle" che agganciano le chiamate al luogo da cui partono. Tra le spese particolari contestate ai 43 politici emerge un po' di tutto: rimborsi per cene al ristorante e ai fast food, videogame, cravatte e tartufi, sostituzione di pneumatici, valigie in pelle, articoli per animali, biglietti per le partite. Salta fuori, poi, secondo La Stampa, anche una trasferta a Roma pagata 13mila euro per assistere al convegno nazionale del Pdl nel 2011, spesa contestata al consigliere Angiolino Mastrullo che rimanda al mittente le accuse: "La trasferta fallì e per scongiurare un contenzioso ancora più gravoso per la Regione con la ditta del bus, pagammo quanto pattuito".
     
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  9. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    Imponente operazione antimafia in provincia di Trapani. I provvedimenti di arresto, emessi dal gip di Palermo, riguardano esponenti di spicco del clan di Matteo Messina Denaro, considerato numero uno di Cosa nostra. Tra gli arresti, trenta in tutto, anche alcuni familiari del boss trapanese, tra cui la sorella e il nipote. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, intestazione fittizia di beni, estorsione.Trenta le persone arrestate - In manette 30 persone: le ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Gip su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Palermo, riguardano in particolare le famiglie mafiose di Castelvetrano e Campobello di Mazara.

    La sorella e il nipote di Messina Denaro a capo degli affari - Erano in particolare Francesco Guttadauro, nipote del boss, e la sorella Anna Patrizia Messina Denaro, a controllare "un articolato circuito imprenditoriale, che assicurava di fatto il controllo quasi monopolistico nel settore dell'edilizia e relativo indotto", oltre a un vasto giro di estorsioni, come ha precisato la polizia. Tra i familiari arrestati, anche i cugini del boss Giovanni Filardo, Cimarosa Lorenzo e Mario Messina Denaro.

    "Le indagini - precisa la nota diffusa - hanno confermato il ruolo dirigenziale tuttora rivestito dal latitante Matteo Messina Denaro all'interno del mandamento e nella provincia mafiosa, accertandone la funzione di direzione tra le varie articolazioni dell'organizzazione e di collegamento con le altre strutture provinciali di Cosa Nostra".

    Gli affari, però, venivano gestiti in gran parte direttamente dai parenti e, in particolare, "con riferimento all'attività di sostegno economico al circuito familiare del latitante, sono emersi la contiguità e il ruolo di responsabilità decisionale raggiunto in seno al sodalizio mafioso da Patrizia Messina Denaro e da Francesco Guttadauro".

    "Mi chiamo Messina Denato, portatemi i soldi" - Proprio riguardo alla sorella, dalle indagini emerge un'intercettazione della donna alle prese con un'estorsione da 70mila euro. "Io qua sono, mi chiamo Messina Denaro e non mi rompe niente e nessuno", avrebbe detto Anna Patrizia al telefono.

    Il gran business del clan - Gli affari dell'edilizia, si legge nella nota della polizia, venivano gestiti "mediante la realizzazione di importanti commesse, tra cui opere di completamento di aree industriali, parchi eolici, strade pubbliche e ristoranti. L'organizzazione era, infatti, in grado di monitorare costantemente le opere di maggiore rilevanza del territorio, intervenendo nella loro esecuzione con una fitta rete di società controllate in modo diretto o indiretto da imprenditori mafiosi ed elementi di spicco del sodalizio". A fianco di queste attività "è stata inoltre accertata la diffusa pressione estorsiva esercitata sul territorio anche ai danni di imprese concorrenti e perfino di privati cittadini che avevano ereditato una rilevante somma di denaro".

    Scattano le manette anche per il figlio di un giudice - Tra le persone arrestate anche alcuni "insospettabili": a Palermio sono finiti in manette infatti anche due ingegneri del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, uno dei quali è figlio di un giudice. Secondo le indagini, avrebbero intascato mazzette per favorire una ditta legata alle cosche.

    Nei guai una vigilessa di Paderno Dugnano - Temendo di essere pedinato, un mafioso di Campobello di Mazara ogni tanto chiedeva aiuto ad una vigilessa di Paderno Dugnano, nel Milanese. L'agente della polizia locale controllava le targhe che le venivano segnalate come "sospette".

    Sequestrati beni per cinque milioni - La Guardia di finanza sta procedendo, insieme con carabinieri e polizia, al sequestro preventivo di complessi aziendali riconducibili al latitante intestati a prestanome, costituiti da società operanti nel settore dell'edilizia, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro.
     
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  10. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    Cgil, Cisl e Uil scendono in piazza per manifestare contro la legge di Stabilità. I segretari generali dei sindacati, Camusso, Bonanni e Angeletti, chiedono da piazza Montecitorio a Roma che le risorse dalla lotta all'evasione vadano al taglio delle tasse. Manifestazioni anche in altre città, da Bari a Torino. Scontri nel capoluogo piemontese: vernice contro il palazzo Regione e cariche della polizia. Tafferugli anche a Venezia.Torino, 4 contusi e 4 fermati - A Torino quattro persone sono rimaste contuse, due tra le forze dell'ordine e due tra i manifestanti, e quattro persone fermate e portate in Questura per essere identificate: questo il bilancio delle due distinte manifestazioni svoltesi contro la legge di Stabilità e a sostegno del diritto allo studio.

    Vernice contro il Palazzo della Regione - Momenti di tensione al termine del corteo degli studenti in piazza Castello. Alcuni giovani hanno lanciato uova di vernice colorata contro il Palazzo della Regione, imbrattandolo. Le forze dell'ordine a presidio del palazzo sono intervenute per allontanare i manifestanti.

    Scontri anche a Venezia, 2 fermati - Due giovani dell'area antagonista sono stati fermati dalla Questura dopo gli scontri con polizia e carabinieri in Piazzale Roma a Venezia. Nei tafferugli avrebbero riportato leggere ferite e contusioni una decina di uomini delle forze dell'ordine. Il ponte di Calatrava è stato chiuso al transito. Nella fase più cruenta degli scontri, i giovani dei centri sociali hanno lanciato verso le forze dell'ordine alcune transenne e bidoni dei rifiuti. La polizia ha risposto con un paio di cariche di alleggerimento e il lancio di lacrimogeni. Dal gruppo antagonista è partita quindi una sassaiola.
     
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  11. •*Ïlär˙ Thë Bëšt*• ŠT
     
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    Anziani e disabili psichici rinchiusi in una mansarda al freddo e senza assistenza. Con questa accusa cinque persone sono state arrestate dai carabinieri dei Nas, coordinati dalla procura di Santa Maria Capua Vetere. I militari durante un controllo hanno scoperto infatti 26 persone, uomini e donne tra i 45 e gli 85 anni, alloggiate in condizioni precarie all'interno di una casa di riposo di Castel Volturno, in provincia di Caserta.I militari del Nas hanno segnalato che almeno 26 persone, alcune delle quali con problemi psichici, erano alloggiate in condizioni precarie, nonostante i loro familiari, o in qualche caso essi stessi, versassero alla struttura una retta di circa 700 euro mensili.

    Sei di loro, al momento dell'ispezione, si trovavano rinchiusi a chiave nei locali del piano mansarda. I sei degenti, di cui due mostravano, a giudizio dei militari intervenuti, evidenti segni di disabilita psichica, erano stati abbandonati a se stessi, in quel momento non erano assistiti. Pur trattandosi di uomini e donne, venivano lasciati dormire su delle brande, in ambienti senza riscaldamento, con le porte divisorie mancanti o danneggiate.

    La situazione è stata immediatamente comunicata al Sostituto Procuratore di turno della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ha assunto la direzione delle successive fasi d'indagine. Considerato lo stato di effettiva privazione della libertà personale dei sei anziani, i Carabinieri del Nas hanno arrestato in flagranza di reato di sequestro di persona, maltrattamenti e abbandono di persone incapaci, il rappresentante legale della struttura residenziale, il titolare di fatto, il portiere dell'immobile, un'operatrice socio-assistenziale e un'inserviente che in quel momento si trovavano presso la casa di riposo.

    L'intera struttura è stata sequestrata a causa delle gravi carenze igienico-sanitarie riscontrate, e affidata in custodia al Comune di Castel Volturno. I 26 ospiti permarranno temporaneamente presso la struttura in attesa di essere sottoposti a visita medica da parte dell'Asl di Caserta, per poi essere eventualmente trasferiti presso strutture socio-sanitarie idonee.
     
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10 replies since 3/11/2013, 20:00   64 views
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